Le serie TV suscitano dubbi e pareri contrastanti. Se così non fosse sarebbe tutto più facile e noioso. Perderemmo i fattori che contraddistinguo un’opera rispetto ad un’altra, disintegrando la componente artistica fino a ridurla ad una poltiglia omogenea, inutile nella sua forma e contro la sua stessa natura di materia in eterna evoluzione.
I casi sono diversi, i rapporti che si instaurano tra le serie TV e chi ne usufruisce sono sempre soggetti ad una lunga catasta di sentimenti ed emozioni che emergono davanti ad una scena qualsiasi. È un mare immenso quello che bagna le spiagge del gusto che lo spettatore è solito frequentare. Tutto segue il lento procedere della consuetudine stilistica, quel frangente in cui non avvertiamo il bisogno di osare perché la pigrizia ce lo impone con tutte le sue forze.
Il caso di The Girlfriend Experience (2016), serie TV diretta da Lodge Karrigan e Amy Seimetz, trasmessa dal canale televisivo Starz, ha creato una spaccatura nel pubblico, sancendo la divisione di un giudizio dapprima più che positivo e successivamente uno piuttosto negativo. La protagonista è Christine Reade, interpretata da Riley Keough, ormai arcinota nipote di Elvis Presley. Quella di TGE è la storia di una giovane studentessa di legge presso una delle università più prestigiose di Chicago che scopre letteralmente il mondo delle escort che gravita intorno ad uno stuolo di uomini d’affari provenienti da tutto il mondo. Nei tredici episodi assistiamo alla scalata verso un consolidamento piuttosto che vedere Christine muoversi a suo agio in un mondo da sempre etichettato come massima espressione del maschilismo più alto che si sia mai verificato.
Quella della protagonista non è la classica lotta di potere tra fallocentrismo e femminismo come emancipazione del corpo delle donne. Quello di Christine è un edonismo che rivela l’altra faccia della medaglia, ovvero un atteggiamento di puro godimento che si realizza negli appuntamenti con i propri clienti. Incontri dalla durata minima di due ore che prevedono una quota fissa di mille dollari allo scadere dei sessanta minuti.
Christine comprenderà subito la reale portata di un circolo qual è quello di cui entra a far parte con una certa sicurezza. La trasmissione di una forza che nella solitudine di una metropoli come quella di Chicago consente di restare a galla nel trambusto dei taxi e dei pranzi di lavoro in ristoranti con bottiglie di vino da settecento dollari.
La lotta tra le due parti, tra il vittimismo e l’egocentrismo che tutto schiaccia sotto la sua incommensurabile grinta, resta una mera sfida appartenente agli anni passati. Christine è assetata di sangue e gloria, e fa di tutto pur di mettere all’angolo David Tellis, interpretato da Paul Sparks (Tom Yates in House Of Cards). I due si incontrano in occasione del praticantato che la giovane studentessa svolge presso lo studio associato dove David lavora come uno dei responsabili della sezione brevetti. Tra contrasti e avvicinamenti, il rapporto tra i due mantiene un ruolo centrale durante questa prima stagione — e credo lo manterrà anche nella probabile seconda stagione.
Le ambientazioni fredde e asettiche, i vuoti tra una scena e l’altra, il sottofondo quasi muto che accompagna ogni singolo istante catturato, sono i particolari che si lasciano adorare da chi ama un certo tipo di ripresa.
I due versanti di spettatori, quelli che lodano la trama e quelli che la respingono accusandola di una classica narrazione partorita da una moda improntata sulle cinquanta sfumature di E.L. James, sono vivi nelle critiche mosse oltre oceano. A dire il vero TGE è una serie nata dal film omonimo diretto da Soderbergh nel 2009, con protagonista Sasha Grey — il grigio sembra comunque saltar fuori. Un altro parallelo che potremmo azzardare è quello con la fortunata serie britannica Diario segreto di una squillo per bene (2007–2011), ma oltre alla materia in comune — quella del servizio di escort — non abbiamo ragione di spingerci oltre.
Le vicende di Christine, il suo constatare un amore diverso dal comune, un amore che stacca il proprio cordone ombelicale da quell’abitudine tutta romantica di una ricerca basata sull’eternità del sentimento, sono le componenti di questa serie TV. Christine è una ragazza che va oltre lo stereotipo, confermando un’altra strada percorribile, una strada che si distende in parallelo ad uno scenario nascosto dietro la tenda di una realtà che profuma di lillà.