Ci sono momenti in cui la disperazione prende il sopravvento. Vivere un disagio disorienta chi non riesce a venirne a capo, e quando ormai ci si vede di spalle al muro non resta che alzare la bandiera bianca. Al contrario di coloro che si arrendono di fronte alle difficoltà, qualcuno invece decide di affrontare il problema prendendolo di petto, vincendo le proprie paure una volta entrati in gioco. Non battono mai in ritirata, e se non dovessero riuscire nell’impresa decidono di restare attraccati ad uno di quei moli che più marci non esistono. Con tutte le buone volontà del caso si sceglie di convivere con il problema, imparando a conoscerlo nei minimi dettagli, senza mai coglierlo alla sprovvista.
Leggendo i racconti di Paolo Cognetti contenuti in Manuale per giovani ragazze di successo, pubblicato da Minimum Fax, si può notare come l’indifferenza alla disperazione regna sovrana. Non c’è una vera e propria risposta ad essa. Nessuno di loro vive la propria vita all’insegna del cambiamento. Anzi, quel poco che percepiamo è figlio di una scelta ben ponderata già in precedenza. Nessun colpo di scena, nessuna azione violenta viene contrapposta al clima duro che vivono i protagonisti. Semplicemente si constata la realtà dei fatti, scegliendo di conviverci senza grossi giri di parole. La circonvallazione che si incontra in Guidare nelle metropoli è la migliore metafora con cui descrivere parte delle sette storie. Si gira intorno al problema senza mai affrontarlo, proprio come fa il protagonista innamorato di Maia. Il raccordo anulare gira introno alla città — in questo caso Milano — senza mai concedere la libertà di percorrere una delle tante uscite che conducono dritte al centro.
Una serie di non luoghi si distende per tutti i racconti. Oltre alla già citata circonvallazione compaiono autogrill, aeroporti e periferie affollate da enormi palazzi. Unica eccezione è il racconto Tre bambine non possono giocare insieme, il quale vede come sfondo la campagna romantica del Nord-Est italiano.
Nel leggere un racconto come Orientarsi con le stelle — richiamo a Carver — ci si imbatte in una realtà che non sempre risalta ad occhio nudo. I personaggi che compaiono, compresi il protagonista e la sua ragazza Bet, sono coloro che abitano l’autostrada. Autogrill, distributore di benzina, officina e camere da letto — con l’estate rovente a far da sfondo. Cognetti in tutti i modi cerca di estrarre queste persone dal loro lavoro, mostrando il loro lato umano che viene puntualmente nascosto dalla sfrenata corsa alla sopravvivenza.
Qualcuno dietro di noi si alza, qualcun altro sbatte la porta. La vita continua sempre: è questo l’ordine superiore delle cose.
I silenzi in cui tutti si calano servono a nascondersi per una strategia di sopravvivenza a cui non c’è alternativa. La felicità corre per la propria strada. La protagonista di Eduzione e cortesia in mare — racconto che apre la raccolta — altro non fa che trattenere a sé Nicola solo per via del matrimonio di sua madre, una donna che non sente più vicina, fisicamente e sentimentalmente, ormai da nove anni.
I sette racconti rinchiusi nel libro d’esordio di un Cognetti ventiseienne — era il 2004 –, parlano di quello che tutti non smettono di cercare per nessuna ragione al mondo. C’è una rincorsa spietata al successo che rimane prigioniera di una calma ingannevole. Tutto si sussegue come le innumerevoli sigarette che si accendono e si spengono per forza d’inerzia. Pare che lo stesso successo ricercato all’ennesima potenza si morda la coda, creando un moto circolare che attanaglia la grinta intrinseca ad ogni personaggio. Un cerchio che si stringe attorno ad una città come Milano togliendole il fiato una volta per tutte.
Milano era la capitale mondiale delle coppie, e la circonvallazione il loro anello nuziale.