di Luca Mata.
In questa città ci sono troppe lucine colorate, troppo rumore e troppa gente colorata.
Mi disorienta, io che sono famoso per l’orientamento.
Per le strade scivolano, agili e ribaltanti, delle macchinette dal nome impronunciabile.
Compatte precise pulite timide, tanti difetti di linea che Giugiaro schiatta, di quelle che un giro ce lo fai ma non lo dici in confessione neanche a Don Sandro. Buono lui, si scopava la figlia minorenne del vicino, con il benestare della madre, forse anche lei si genufletteva davanti al suo calice.
Qui son buddisti e santificano il cazzo fertile. Alzo la mano e in un attimo fermo un taxi – giallo – semplice, non come capirsi quando gli spiego l’indirizzo di casa, ma in un attimo arriviamo. Saliamo in camera, in un attimo sono nudo, tac.
Lei no, ci penso io, e mentre la spoglio vedo la mia pelle e la sua vicine.
Penso che il mio amico Luca, con la sua cirrosi alcolica, è molto più giallo di lei. E la sua fica – labbra piccole e compatte si chiudono una sull’altra per trattenere ogni goccia – come un bocciolo.
Ho ripensato all’impatto dell’ombrello impugnato come un legno 5 sulle rose della Piera, quel pomeriggio d’estate in montagna.
Me la sbatto, sbatto su una lapide, e mi scheggio un dente, il labbro sanguina.Vilipendio di cadavere, questo è stato.
Caldo cazzo, sudo, dormo, russo, mi rigiro nel pavimento del loculo.
Il Dragoncello mi fa sputare fiamme, inquina incubi di cani con il vello color cammello.
Mi parlano una lingua strana che comprendo, messaggi nefasti di cui non ho memoria, minacce che scottano.
Vado a fuoco da dentro, chissà se morirò per autocombustione. Rutto. Mi prepara un tea, verde, lenta, smettila con ‘ste cerimonie, fai veloce io arrivo dalla pianura del Po, anche noi abbiamo riso e zanzare, nutrie da pelliccia e bisce d’acqua dolce, rane fritte catturate a colpi di zoccoli con la fibia in pelle di talpa.
Erano giorni di fuoco quando passava il Pippo, noi ci si nascondeva, c ’era il Carlo che è rimasto appeso, a pezzi, come d’autunno sugli alberi le foglie,una granata inesplosa che martellavi, altro che Napoli.
Canten tucc lontan de Napoli se moerma poi moeren chi a Milan
Composition Book | Storia Gialla.
Testo e artwork: Luca Mata
Progetto editoriale: King Koala
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