Detto e non detto nell’occhio del secolo
La fotografia è un gioco di luci e ombre. Non a caso il paragone più adatto ad esplicare il funzionamento di una macchina fotografica è quello con l’occhio umano. L’atto di guardare dal mirino riporta a una concezione voyeurista, che permette a chi è dietro di esso di cogliere espressioni, ombre che si posano sui volti e luci che li illuminano. Uno dei maestri indiscussi dell’arte fotografica è Henri Cartier-Bresson, noto anche con l’appellativo di Occhio del secolo per i suoi immani contributi al foto-giornalismo. Quello che tuttavia vorrei evidenziare in questo mio omaggio al maestro è la carica sensuale di alcuni suoi celebri scatti. Elemento comune, non a caso, delle tre foto che vi propongo sono le gambe avvinghiate degli amanti e il desiderio visibile e naturale del cercarsi. L’acqua, elemento che abbraccia i due protagonisti, sembra rendere questo scatto un momento unico e irripetibile. L’abbandono alla passione e il lasciarsi cullare tra le onde permettono a chi lo osserva di immaginare le circostanze, o i dialoghi. Il tutto viene accompagnato dalla maestria del gioco di …