Author: Redazione

Tempo ripieno

di Antonella Esposito Questa era una cosa nuova, era nata da quando c’era il monito di rimanere a casa per evitare i contagi. LEI aveva imparato ad usare le narici, e odorava tutto: l’aria i ricordi, il sole, il tempo, i pensieri. Aveva scoperto cosa vuol dire “assaporare dal naso”.Non è una cosa che fanno tutti (almeno non da adulti).“Quando non permetti all’aria di entrare per intero dentro di te… la magia non si svela”.La mattina aveva il suo rito: “sedia rossa”, finestra, sole, libri, carte, computer e passava il tempo come se la vita fosse tutta davanti. I progetti nascevano da soli come un onda. Quando l’odore sapeva di buono, non aveva dubbi, doveva assecondarlo.Un giorno, quando era divenuta consapevole della magia del suo naso, le era capitato di avvertire un odore più penetrante del solito.Un fresco strano che l’aveva riportata subito all’infanzia in un luogo pieno di alberi, era un odore così forte e definito che lei pensò subito fosse qualcosa di piu importante del solito pizzicorio, era una cosa piùgrande, come un …

Storia Blu

Luca Mata_storia Blu

di Luca Mata Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e rientrare di quelli…Sicuramente Manzoni – Alessandro – ti stava guardando mentre sulla spiaggia di Port Douglas saltavi su quel grosso pezzo di aborigeno, al sole di mezzogiorno. Anche le mamme ti guardavano, coprivano la vista ai loro figlioletti curiosi coprendolo con gli asciugamani dei Minions. Ai mariti, invece, toccava uno schiaffone tra capo e collo, perché, arrapati dalle tue grazie mezze di sudore mostravano un barzotto, oramai vago ricordo per le compagne.Tu alle altre donne stai sul cazzo, forse perché invidiose del grosso palo nero che ti stavi lavorando. Forse perché la tua sfacciataggine non hanno mai avuto il coraggio di avere. Una schiera di guardoni riprendevano il tuo corpo con una mano, con l’altra affondavano veloci estringenti colpi alle loro tristi mazze solitarie. Eri contenta. Come quella volta che a Como sei salita sul minareto, il filo del tampax spuntava dalle labbra e …

Distancing Diary

Distancing Diary - Valeria Dellisanti

di Valeria Dellisanti In questi giorni caotici e spaventosi ho tenuto un diario visivo per tenere traccia del mio umore e sentimenti durante la quarantena. Di solito quando inizio un nuovo progetto tendo a curarlo in ogni dettaglio e a tenere tutto sotto controllo.Questa volta è stato diverso: le foto non sono perfette, forse neanche belle.Le pagine del diario sono sporche, e le parole scorrono da destra a sinistra in modo confuso e disordinato. Riguardando quello che avevo fatto dopo giorni di inattività e analizzandolo, ho pensato che forse andava bene così com’era, anzi che forse la forza di questo documento fosse proprio quello che io pensavo essere il suo lato negativo. Penso che così com’è sia in grado di rispecchiare la situazione che stiamo vivendo in cui quasi più nulla può essere controllato. Ora come ora non ci è possibile fare piani per il lungo termine, si vive alla giornata, come scrivo nel diario: “vivo qui e ora” non più proiettata verso il futuro. Perché ho tenuto questo diario? Magari per elaborare meglio quello …

Storia verde

di Luca Mata Dormo poco, quando si fanno le 5 mi sveglio,dicono che ho il disturbo del sonno.Questa mattina combatto, la muffa è all’attacco,si insinua tra le crepe, mi attacca al tavolo, mi prende e mi sbatte,mi fa precipitare da un quinto piano sul tetto di una cabrio.Il proprietario è gentile, tutti i giorni viene in ospedale,mi porta le sigarette che mi scaldano i polmoni pieni di amianto,mentre sono qui in questo letto con le ossa e i denti rotti, vivo,con il mio ossigeno per la notte.Sono qui e ti faccio piangere, nel bagno, mia bambolina russa.Ricordi quando ti tagliavano le orecchie e le appendevano in piazza,così potevi ascoltare discreta, dicono che sei sovietica e razzista.Dicono anche che sei fidanzatama ti piace scopare con tutti quelli che ti trattano male e ti umiliano.Io gli credo e mi piace.Vorrei un bocconotto, di quelli con il cioccolato, da ingoiare tutto d’un fiato.Scusa se ti ho fatta piangere, sono nervoso, arrabbiato,tu sei stanca o moscia, io sono teso o appeso.Mi farò perdonare,andremo al mare,salteremo tra le onde,con il …

Do you love me?

do you love me? Paolo Coppolella

Foto: Paolo Coppolella – Testo e Musa: Giovanna Gentilomo She had a heart full of love and devotionShe had a mind full of tyranny and terrorWell, I try, I do, I really tryBut I just err, baby, I do, I errorSo come find me, my darling oneI’m down to the grounds, the very dregsAh, here she comes, blocking the sunBlood running down the inside of her legsThe moon in the sky is battered and mangledAnd the bells from the chapel go jingle-jangleJingle-jangle, jingle-jangle, jingle-jangleDo you love me? Do you love me?Do you love me like I love you? Do You Love Me? Nick Cave È strano essere visti.Non capita spesso. E, nella mia esperienza, è ancora più raro il desiderio di farsi vedere. Ci vuole una buona dose di coraggio per farlo. Ed essere visti da qualcuno che sa guardare può essere un atto d’amore. E fa paura, una paura fottuta, perché cosa può vedere uno sconosciuto? Come posso fare in modo che il mio atto d’amore, il mio desiderio di essere vista non venga …

Mind Travel

Mind Travel - w/Google Earth

Mind Travel w/Google Earth di Manuela Pace We’re all afflicted with a heinous curse Metacognition, now what could be worse? Than to constantly question the meaning of life? Eternally asking for answers to “Why?” What will become of us? Will we evolve? We seem to create more problems than we solve Will we be angels above endless sky? Or do we decay from the moment we die? Will we become slaves to machines we create? Will we succumb to our penchant for hate? Will we destroy our own genetic code? What will become of us years down the road? Can we undo the deal that we struck out of fear? Raping the globe, sobbing “the end is near!”? Can we stand to look towards blinding light? Or will we extinguish it out of spite? When we kill ourselves off, will all species join? Does their fate even rest on the flip if a coin? Or are we already collectively doomed? Walking-dead marching towards our final tomb? Even if we erase all the damage we’ve done …

Notturnalia

di Laura Oopart La sera è il momento più duro. Le luci si piegano in un solenne inchino ogni santo giorno, e le ombre al crepuscolo tendono le braccia per cullarle. È il rito della morte che, al calar del sole, rinnova i suoi voti da affidare al mattino. I suoni si ovattano, e al contempo si amplificano, rarefatti, tra le strade deserte e gli angoli delle vie. Qualche voce. Lo sbattere del portone. L’ascensore che scende per poi risalire. Il ticchettio del mio orologio. Il mio respiro. I miei sospiri. I battiti del mio cuore. Le mani che sudano. Sono sola. Ma dentro, la testa è affollata. Ci sono io bambina che gioco a fare altari e portare madonne in processione; ci sono i grandi eucalipti dietro la nostra campagna; una sorgente stanca dall’acqua terrosa; due piccole colline appena verdi. E poi c’è quel mare che non vedo più da anni, e il dirupo lungo che a guardarlo non se ne vede la fine. E quel dirupo ce l’ho nel petto, profondo e duro, …

il corpo sottovuoto

il corpo sottovuoto - Simona Salerno

Quando si raggiunge l’eccesso, le cose da fare potrebbero essere due: continuare a stare fino a scoppiare o fermarsi, pensare, respirare. “Eh finalmente il mondo si è fermato”, ho pensato una cinquantina di giorni fa.  Il tempo è sospeso, corre o diventa interminabile, lo spazio è una culla piena di limiti, inspirare ed espirare, sentirsi, ascoltarsi, stare nel qui e ora e ancora respirare. Il corpo sembra essere tenuto sottovuoto. In certi momenti immagino di infilarmi in un sacco di plastica, respirarci dentro in quello spazio senza tempo e in quel tempo senza spazio, tra emozioni e umori bombardanti, alternati, contrapposti: la paura, l’attesa, la fragilità, la noia, i ricordi, la speranza, l’incorporeità, la distanza, l’apatia, l’energia, l’isolamento, la tristezza, la sfiducia, l’euforia, l’assenza, l’insicurezza, il vuoto, la lontananza, la speranza, la speranza, la speranza… parole e foto di Simona Salerno

Le finestre di fronte

le finestre di fronte - la sposa si carta

Ieri sono scesa in cortile. Non l’avevo mai considerato, quel quadrato di cemento dove sono parcheggiate biciclette e monopattini. Mi sono seduta a fumare al sole, ho guardato verso i balconi, verso le finestre di fronte. Sei piani. In ognuno c’era qualcosa. Scene di vita domestica. Pezzi di giornate da far scorrere. Un’anziana con il grembiule a fiori mescolava una grossa ciotola, lo sguardo rivolto ai fiori. Al terzo due ragazzi a petto nudo iniziavano i loro esercizi, lo sguardo concentrato ad uno specchio. Nella scala b una giungla di piante copre la visuale, ma si intravede un piccolo tavolo con due sedie pieghevoli, ho immaginato la cena servita lì, guardando verso un orizzonte di persone vive, pulsanti e impaurite quanto noi. Al primo una madre prende il sole, mentre la figlia impugna un colore e traccia segni su un pezzo di carta. Si sente profumo di cibo, rumori di tavole apparecchiate e scroscio di docce. Al sesto una donna bionda guarda giù, verso gli altri palazzi nascosti dal verde. Sembra assorta. Il nonno al …

Un istante

un istante Arturo Ferrante

Guardo attraverso il vetro della mia finestra, quella della camera che affaccia sulla strada. La quarantena è strana: non mi è mai piaciuto uscire, eppure adesso che sono costretto a non farlo, mi manca.La mente umana è troppo contorta, per i miei gusti. Ho letto da qualche parte che sembra essere sempre un’uggiosa domenica di fine inverno. Uno di quei giorni che speri passi in fretta, in cui cerchi di risparmiare le energie, perché questa giornata così insapore non merita nemmeno un accenno della mia vitalità. Non saprei trovare un paragone migliore. Faccio un sospiro. Me ne sono accorto, perché da quando mia madre mi ha chiesto “come mai sospiri sempre?”, ho deciso di contarli.Oggi ne ho fatti quattordici. Che giorno è? Sabato non di sicuro, altrimenti mamma starebbe impastando la pizza. Sono piuttosto indeciso tra mercoledì e giovedì, per cui decido di andare ad accendere la radio: è uno di quei modelli nuovi, ultra attrezzato, ultramegatutto. L’avrò usata due volte, in vita mia. Me l’ha regalata Lei, perché diceva che in questa casa “c’è …