Can you see in the dark? In memoria di quelli che restano e di chi non c’è più. In ricordo di Scott Hutchison
«Can you see in the dark? Can you see the look on your face? The flashing white light’s been turned off You don’t know who’s in your bed» Riesci a vedere nelle tenebre, mi chiedo, adesso che nelle tenebre hai ficcato la testa, le mani, le braccia, il tuo corpo robusto, la barba folta, i pensieri, la voce, i sogni, i silenzi. Ora che le parole sono scomparse dalla tua mente, che sei da qualche parte lontana, io sento ancora il tuo cantare dentro a un disco registrato che si ripete nella mia testa. Nel postscriptum di Norvegian Wood – Tokyo Blues di Murakami, si legge “questo libro è dedicato a tutti i miei amici che sono morti e a quelli che restano”. Le pagine del romanzo dello scrittore giapponese sono impregnate di un senso di disagio, insoddisfazione, un’inquietudine che tinge tutta l’atmosfera di tonalità grigie. Tuttavia, dentro l’opera, possiamo cogliere anche una flebile luce: è quella emanata dalle vite di chi resta, di quelli che non si arrendono, ma è la luce anche …