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Daydreaming – La fotografia di Philip Margalias

Philip Margalias

The amount of films you’ve watched, the songs you’ve listened to, the books you’ve read or the photographers you admire and all these laughs you’ve had and the tears you’ve shed, that all come down and connect so you can press the button and hear the click.  Mi chiamo Philip Margalias e sono nato in Grecia.Mi sono avvicinato alla fotografia giovanissimo poi, per un lungo periodo l’ho messa da parte. Un paio d’anni fa ho ripreso in mano una macchina fotografica analogica e così, all’improvviso, mi è tornato in mente il piacere di scattare in pellicola.  Mi intriga il mistero del negativo. La storia che si cela dietro lo scatto, la storia nascosta dello sguardo di colui che guarda. Il modo in cui la luce racconta una storia, quella stessa storia che viene racchiusa, infine, in un fotogramma dove la grana aggiunge quel valore emozionale senza  tempo. La fotografia, per me,  è davvero tutto. La documentazione di un evento, un ritratto di qualcuno, uno scatto di notte o il semplice riflesso di me stesso allo specchio. …

This is not Hollywood

Di Irene Caselli Un viaggio ti cambia, sempre. Un viaggio cambia le persone che viaggiano, le persone che restano e i rapporti tra di loro. Mi piace viaggiare, mi piace la malinconia di casa, mi piace la valigia che non si chiude mai, mi piace il jet lag e mi piace la mia paura di arrivare tardi in aeroporto. Mi piace quando non vorrei mai tornare.Poi torno e sono felice.E poi mi prende di nuovo la voglia di ripartire.Mi piace quando torno tutta stropicciata e ho addosso l’odore dell’aereo. Ho la fortuna, al momento, di poter viaggiare per lunghi periodi e di solito questi miei lunghi viaggi avvengono in particolari momenti della mia vita, in qualche modo L’America è la mia India. Ho intrapreso il mio primo lungo viaggio, da sola, dopo aver perso mia madre. Questo viaggio invece è coinciso con un periodo difficile per me. Difficile perché avevo perso la fiducia nelle mie capacità di giudizio verso me stessa, verso gli altri e nel mio lavoro. Difficile perché improvvisamente mi sono resa conto …

Do you love me?

do you love me? Paolo Coppolella

Foto: Paolo Coppolella – Testo e Musa: Giovanna Gentilomo She had a heart full of love and devotionShe had a mind full of tyranny and terrorWell, I try, I do, I really tryBut I just err, baby, I do, I errorSo come find me, my darling oneI’m down to the grounds, the very dregsAh, here she comes, blocking the sunBlood running down the inside of her legsThe moon in the sky is battered and mangledAnd the bells from the chapel go jingle-jangleJingle-jangle, jingle-jangle, jingle-jangleDo you love me? Do you love me?Do you love me like I love you? Do You Love Me? Nick Cave È strano essere visti.Non capita spesso. E, nella mia esperienza, è ancora più raro il desiderio di farsi vedere. Ci vuole una buona dose di coraggio per farlo. Ed essere visti da qualcuno che sa guardare può essere un atto d’amore. E fa paura, una paura fottuta, perché cosa può vedere uno sconosciuto? Come posso fare in modo che il mio atto d’amore, il mio desiderio di essere vista non venga …

Mind Travel

Mind Travel - w/Google Earth

Mind Travel w/Google Earth di Manuela Pace We’re all afflicted with a heinous curse Metacognition, now what could be worse? Than to constantly question the meaning of life? Eternally asking for answers to “Why?” What will become of us? Will we evolve? We seem to create more problems than we solve Will we be angels above endless sky? Or do we decay from the moment we die? Will we become slaves to machines we create? Will we succumb to our penchant for hate? Will we destroy our own genetic code? What will become of us years down the road? Can we undo the deal that we struck out of fear? Raping the globe, sobbing “the end is near!”? Can we stand to look towards blinding light? Or will we extinguish it out of spite? When we kill ourselves off, will all species join? Does their fate even rest on the flip if a coin? Or are we already collectively doomed? Walking-dead marching towards our final tomb? Even if we erase all the damage we’ve done …

Libertà

libertà

Libertà è la terza parte di “When in Sardinia”, progetto letterario e fotografico di Ilaria Sponda che riflette l’idea di libertà in immagini contrastanti come la fragilità dell’essere umano di fronte all’immensità del mare.   Libertà: Una parola di cemento Guscio dell’immensità del vivere. Le barche  Solcano acque di spuma e di carta,  Le vele bianche  Sono fragili contro il vento. Qui vi è un cuore senza fili  Fatto di nuvole e cielo, Di granelli di sabbia.   Ilaria Sponda

VADO SEMPRE VERSO OVEST – di Michele Marziani

Cara Mimma, ho letto la tua recensione in forma di lettera del libro Il suono della solitudine. Non si risponde alle recensioni, ovviamente, ma alle lettere sì. Così ho deciso di risponderti. Lo faccio da qui, da un’isola sospesa nell’Oceano, da un sobborgo di Dublino che si chiama Sutton. È uno dei miei rifugi, oggi avvolto dall’umidità che sale dal mare e porta con sé pochi voli di gabbiani e un clima che ricorda tante pagine di Joyce. In fondo vivo di questo, da sempre: di mitologie. Penso al tuo scritto, alla strada in salita e ti svelo quella che per me è diventata una grande verità: nonostante la salita a volte la vetta da scalare non c’è, è solo una nostra idea, e la vita non è altro che un immenso Midwest. Ecco, credo che quando accade, quando si scopre che non c’è alcuna cima da raggiungere, tutto diventi più difficile. Per questo, nel dubbio, vado sempre verso Ovest. Inseguendo fantasmi e Pellerossa, sognando California e le cupe Alpi piemontesi al posto di quelle …

A Christmas Carol

Ma voi ve lo ricordate A Christmas Carol? Il Canto di Natale? L’ho ripreso in mano oggi che è solstizio di inverno. No solo così, perché mi era venuto in mente. In realtà mi era venuto in mente Morloch. (E stavolta, lo so, solo i miei coetanei sopravvissuti a un’infanzia anni ’80 potranno capire il senso di questa parola) Dicevo il Solstizio. L’ora più buia. Il giorno più breve dell’anno. La morte del Sole e sua, conseguente, Rinascita.  Sono sempre stata legata a questo momento particolare. C’è nell’aria questa luce pazzesca, greve e splendente come una minaccia. Una luce da fine del mondo.  Ma il tempo, lo sappiamo, è una roba ciclica. L’eterno ritorno delle stagioni. E trovo curioso che l’inizio dell’inverno coincida con la rinascita del sole. Quel sole vincitore che si festeggiava prima dell’istituzione, tutta cristiana, del natale.   Noi di Casa di Ringhiera ci concediamo qualche giorno di riposo, prima di tornare a nuova luce. Una specie di piccolo letargo, lungo appena la durata di queste feste natalizie. Sverniamo tra un panettone un pandoro …

Nothing but the night – John Williams

«E intorno ai suoi occhi, che erano profondi e scuri, luccicavano degli strani bagliori» John E. Williams Nulla, solo la notte. Nient’altro che il calore tiepido delle luci dietro le imposte quando la sera scende. Niente più di qualche onda sulla battigia di settembre. Un aquilone colorato che spicca il volo e precipita lento, maestosamente. Ci stupiamo della fine, come stupidi. Dovremmo stupirci di quando, tutto, sia cominciato. Nulla, solo la notte è il primo romanzo di John Edward Williams, che di certo tutti conoscono per Stoner, ma che pochi ricordano per quest’opera. È un peccato che nessuno se la sia filata più di tanto, ed è bene – anche prima di continuare con quello che ho da dire – che la inseriate nella vostra lista dei libri da leggere, se ne avete una, che vi appuntiate il titolo sopra un pezzo di carta, tra le pagine della vostra agenda, sul blocco note del vostro smartphone. C’è la storia di questo ragazzo che ce l’ha un po’ con tutti, ma prima con se stesso, in …

4tet – mi sono fatta un giro tra i suoni dei Tanake

4tet - mi sono fatta un giro tra i suoni dei tanake

— Perché dovrei parlare con te? Dimmi. Non sapevo neppure esistessi fino ad un attimo fa ed è mezzo minuto che ti dico di andare. E, sai, mi prude il naso. Proprio adesso. E devo scegliere se grattarmi o parlare. Se stare in me o non stare affatto. E poi è morta Mary Ann, li dove è nata, a Macungie, Pennsylvania. L’ho conosciuta un anno fa che aveva già 93 anni, e l’ho fotografata mentre le visitavano gli occhi. Aveva una pelliccia di plastica tigrata, le mani profumate di qualcosa. Ha riso con me, tutto il tempo e poi è andata via. Proprio come ieri, quando la figlia mi ha scritto che il giorno prima le ha chiesto di cercarmi, che voleva ringraziarmi di averla fatta ridere tanto, per dirmi che quel giorno e i giorni che sono venuti era stata felice. Hai capito? Sai di cosa parlo? Hai ragione, nulla che ti riguardi, cose che prudono il naso. Che domanda è? Ho pregato fno ai sette anni. Poi silenzio, ché il tempo vale. Ah …

La bellezza violata ha interrotto la festa

La bellezza violata ha interrotto la festa. - Lulu Withheld

La bellezza violata -c’era scritto sul retro- la bellezza violata ha interrotto la festa. (La bellezza violata – Massimo Volume) Di storie ne ho sentite. Di bellezza violata. Di feste interrotte, dico, tante. Troppe.Tante sempre diverse sempre uguali. Con lo stesso finale di merda. Le ho sentite come si sentono tutte le cose che non ci riguardano, non personalmente almeno, con leggerezza. La superficialità data dalla distanza dei fatti, abituati a sentire tutto di tutto ormai. Con fatica. Con riluttanza. Con un’indignazione adeguata, che ci consente di andare avanti. Anche se forse no in realtà non è vero, mai con leggerezza. E forse a guardare meglio l’indignazione provata diventa rabbia. Anche quando è la pelle degli altri a vacillare. La rabbia.La senti la rabbia?Io sono incazzata. “In una cultura dello stupro, le donne percepiscono un continuum di violenza minacciata che spazia dai commenti sessuali alle molestie fisiche fino allo stupro stesso. Una cultura dello stupro condona come normale il terrorismo fisico ed emotivo contro donne. Nella cultura dello stupro sia gli uomini che le donne …