All posts filed under: Serie TV

Stasi, il momento perfetto di Tales from the Loop.

*** attenzione, può contenere discrete tracce di spoiler *** Tales from the Loop è una produzione originale Amazon disponibile su Prime Video. Ispirata alle illustrazioni futuristiche dell’artista svedese Simon Stålenhag, attraverso storie (anche) fantastiche, la serie tv indaga i sentimenti, le fragilità umane in modo pittorico, ne sfuma i contorni, esalta colori, giocando con la luce che si infrange sulla tela rivelando dettagli in modo morbido e drammatico al contempo. Una serie antologica che sovverte gli schemi narrativi a cui siamo da tempo abituati (e dipendenti, binge watchers che non siamo altro!) fatta di racconti romantici, malinconici e – soprattutto – autoconclusivi, che piombano sullo schermo di casa i primi giorni della fase due, quando la vita qui sembra ripartire. Uno in particolare, Stasi. That moment Quell’istante. Quella meravigliosa sensazione di eccitazione. Perché fugge sempre via? Anche quando sai che è un momento speciale, finisce comunque. Perché non possiamo vivere sempre quel momento? Quella sensazione? Perché non può durare per sempre come vorremmo? Sulle note di “The dark end of the streets” di James Carr, …

Curon – il doppelgänger di Dark

Curon

“C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo nel nostro mondo interiore. Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta. Così come non credo che si viaggi per tornare. L’uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato. Da sé stessi non si può fuggire”— Andrej Arsen’evič Tarkovskij Curon è una serie italiana targata Netflix, uscita il 10 giugno scorso. La sinossi, che avevo letto in giro e riporto qui, mi aveva intrigato. Ed è stato il motivo per cui ho guardato tutti e sette gli episodi della serie. Anna Raina, una donna milanese, fa ritorno dopo 17 anni di assenza nel natio paese di Curon, piccola località di montagna sulle rive di un lago su cui circolano strane leggende, insieme ai figli gemelli adolescenti Mauro e Daria. Nonostante i tentativi di dissuasione del nonno Thomas, la famiglia si stabilisce nell’inquietante albergo di quest’ultimo. Mentre i ragazzi si ambientano nella nuova realtà, Anna scompare misteriosamente; nel tentativo di ritrovarla, i gemelli scoprono …

Sigle tv: 5 opening credits che spaccano

sigle tv

Distillare un’intera stagione di temi, storie e idee in una sequenza molto breve. È tutta lì la magia di una sigla. Ce ne sono di memorabili, di premiate, di osannate. C’è chi le adora e chi le skippa. Le cinque di questo articolo non sono le migliori in assoluto nell’olimpo delle sigle tv. Ma hanno quel qualcosa che invoglia a saperne di più, a scoprire cosa c’è dopo.  Iniziamo con True Blood. Il team della Digital Kitchen, studio di produzione creatore anche degli opening credits di Six Feet Under e Dexter, scelse la canzone di Jace Everett, “Bad things”, e viaggiò proprio in Louisiana per effettuare le riprese per la sigla di True Blood. Quello che spunta infatti, nei suoi primi fotogrammi, è una chiarissima ambientazione umida e paludosa da profondo sud degli Stati Uniti. E appaiono lampanti due tematiche fortemente presenti nell’intera serie: fanatismo religioso ed energia sessuale. Il tutto tenuto insieme dalla costante presenza della morte.  Estremismo esplicito. Immagini di decomposizione. Un degradato bar di quartiere in cui donne e uomini flirtano senza …

I know this much is true

This much is true

I know this much is true di Derek Cianfrance con Mark Ruffalo in onda su HBO, un episodio a settimana. Alla vecchia nostalgica maniera. (Per il terzo episodio ci tocca arrivare al 24 maggio). Quando finisce il primo episodio succede che ti manca il fiato. Una coltellata dall’inizio alla fine questo primissimo episodio, ma anche il secondo. Probabilmente anche il terzo. Senza tregua senza luce tutto immerso in un grigio verde anni novanta (epoca di ambientazione). Tutto sottoesposto, come i sentimenti. Nascosti. Inviolati. La luce, il sole, solo una volta farà capolino in 59 minuti di storia. In quella scena straziante in cui “Domenico” Dominick/Mark Ruffalo cerca di recuperare suo fratello gemello, Thomas/Mark Ruffalo, nell’acqua del fiume. Adesso posso avere il mio panino al McDonald’s? Quasi religiosa questa sequenza, come del resto lo è anche il sacrificio iniziale quel religious act, di una morte di un volere di una morte di un non accettarla la morte. E poi il sole, eccolo, che inghiotte in controluce i due fratelli, un Caino e un Abele moderni.  “Sono …

Rebibbia Quarantine – Zerocalcare

rebibbia

Le parole, qui sotto, sono quelle di Giancane e il motivo che molti di voi riconosceranno è quello che apre ogni episodio di Rebibbia Quarantine. E adesso cosa farò?Son certo che moriròIn questa stanza di merda, non a casa mia.La fame d’aria che saleL’ansia cresce e fa maleLingua asciutta, è partita la tachicardiaÈ solo ipocondria questa mia nostalgiaMa è solo ipocondria questa malinconia. Di cosa si tratta? Per i pochi che non abbiano ancora subito il fascino indiscreto della narrativa di Zerocalcare, al secolo Michele Rech, stiamo parlando di una serie di cortometraggi animati con i quali il fumettista romano ha voluto raccontare questo periodo di quarantena e di cambiamento dei nostri meccanismi sociali e comunicativi. La serie pare essersi conclusa con il settimo episodio “Ep. Bah: ENDGAME” andato in onda venerdì 1 maggio, come tutti gli altri, durante il programma di La7, Propaganda Live, condotto da Diego Bianchi e che vede spesso, tra gli ospiti, oltre a co-conduttore Makkox, anche un altro grande autore italiano: Gipi. Zerocalcare sembra avere un dono innato per la …

Tiger King e la fiera della vanità

La parola “ferino”, secondo il dizionario della lingua italiana, si riferisce a ciò che esprime “un’indole e dei comportamenti difficili o impossibili da addomesticare, talvolta incontrollabili e un aspetto selvatico e animalesco, non privo in taluni casi di una bellezza e fierezza spontanee, inconsapevoli, tali da incutere un rispetto frammisto a timore o a terrore vero e proprio”. E queste sono anche le caratteristiche perturbanti dei personaggi della recente serie Tiger King, in onda su Netflix e diretta da Eric Goode e Rebecca Chaiklin, vista da oltre 34 milioni di spettatori nei primi dieci giorni di programmazione.  Alimentando la passione per gli animali esotici, il protagonista Joseph Schreibvogel ridisegna la proprio immagine diventando Joe Exotic, pittoresco quanto dispotico sovrano del Greater Wynnewood Exotic Animal Park Zoo in Oklahoma che, oltre a coccodrilli e scimpanzé, vanta la presenza di ben 227 tigri, regine incontrastate del parco.  Lo zoo sembra essere un circuito di gabbie e prigionia più che un’oasi di benessere per gli animali. Joe gira costantemente con la pistola nella fondina legata ai pantaloni, sfoggiando …

La Casa di Carta crolla

La Casa di Carta crolla

3 Aprile 2020, mi sveglio con un solo pensiero: la quarta stagione de La Casa di Carta è disponibile su Netflix. Durante la mattina lavoro distrattamente, scorro i social e la minima immagine relativa alla serie mi fa letteralmente sobbalzare. Insomma, faccio il salto dello spoiler, evito le sponsorizzate delle pagine che ne parlano, slalom tra gli amici che alle 10 del mattino hanno già guardato la metà dell’ultima stagione. Quest’attesa mi distrugge, devo pensare ad altro. Ma scaltramente Netflix mi ricorda con un video di promo il dubbio con cui ci siamo lasciati lo scorso luglio: Nairobi è viva?  Devo aspettare l’ora di pranzo, se non altro ho il cibo a cui pensare. Arrivano le 13, col piatto davanti mi fiondo letteralmente su Netflix e la vedo lì, in tutto il suo splendore. Giuro che mi viene un brivido lungo la schiena e penso che il minimo errore potrebbe facilmente disattendere le mie aspettative.  Guardo la prima puntata e come inizio non c’è male. Nairobi a cavallo tra la vita e la morte, Tokyo …

Black Mirror: Bandersnatch. Quando giocare a fare Dio è un “trip” che non appaga

[una disguida non convenzionale sull’esperimento interattivo Netflix: dal teorema dell’insoddisfazione al fatalismo 3.0] di Disguido Luciani   – Facciamo che io sono Dio e tu fai tutto quello che dico io? – Ma tutto tutto? – Sì, proprio tutto. Black Mirror: Bandersnatch, l’ultimo esperimento della serie TV britannica targata Netflix, segue lo schema del gioco più vecchio del mondo: uno fa Dio (di solito chi, già da piccolo, palesava accenni di delirio d’onnipotenza o mania del controllo), l’altro la “sua creatura”. Uno il padrone, l’altro il servo; uno il burattinaio, il “puparo”, l’altro il burattino. Il pupo. O, più romanticamente, uno il narratore, l’altro il personaggio. Semplice, no? Già allora, però, se ben ricordate, il gioco non finiva sempre poi così bene. Anzi, diciamo pure che non finiva mai bene.  Il pupo, ad un certo punto (di solito alla prima richiesta “eccessiva”), stanco, si lamentava smettendo di eseguire i comandi. Peggio, si ribellava. E magari iniziava a protestare pretendendo di fare lui Dio. Certe volte, poi, era Dio che si stancava. Ché fare Dio è una …

Fargo I: Il riscatto dell’antieroe borghese

fargo I

«Avrebbe scrollato le spalle se gli avessero detto che la sua vita sarebbe cambiata di punto in bianco.» Georges Simenon Quanto sarà alto Lester Nygaard? Più o meno quanto il suo spessore morale o la sua fortuna nel farla franca. Un metro e cinquanta circa. Né troppo, né troppo poco, una statura media. Come medio è il personaggio che incarna, come nei limiti della medietà risiede la sua grandezza nel diventare, velocemente, assassino. Uno che era solamente assicuratore. La vicenda mi ha ricordato tanto un libro che non mi è piaciuto molto o che non mi è piaciuto quanto Fargo: L’uomo che guardava passare i treni, di Simenon, che racconta la storia di Kees Popinga, gentiluomo di Groninga, che da un giorno all’altro diviene ricercato in mezza Europa. Lester agisce più o meno secondo gli stessi meccanismi mentali e con la stessa cristallina lucidità. Ma non viene ricercato nell’immediato, perché di lui si comincia a sospettare tardi, perché lui è intoccabile dentro le mura della sua blanda quotidianità, dei suoi cortesi buongiorno e buonasera, dei …

A, B, C… (a proposito di Maniac)

[a proposito di Maniac di Lulu Withheld – soundtrack: Out of Mind by DIIV] A, B, C. E passa la paura. Nel sogno sto smanettando con un cubo di Rubik, ma non riesco a scrollare bene i cubetti. Ho paura di non terminare il rompicapo per tempo, qualcosa di molto più importante è legato a questo maledetto cubo. Allora ci sono io che cerco di farlo velocemente seguendo il modello, l’algoritmo, che mi hanno insegnato quest’estate, ma nulla… questo cubo che ho in mano, nel sogno, è una cinesata e scrolla male. Ecco che poi il sistema si inceppa. Si inceppa tutto il sogno. Allorché mi sveglio, stamattina, e me lo chiedo eh, se le ho prese nel giusto ordine le pasticchine salvatristezza da viaggione nella mente. L’abc del salvavita. È che io ne ho fatti diversi nella mia vita di viaggioni da ferma, quelli dentro la testa dico. E cazzo Cary Fukunaga ne fa un piccolo capolavoro del viaggio dentro di sé, questo catartico e pazzesco viaggio dell’eroe dentro se stesso per me è …