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Libertà

libertà

Libertà è la terza parte di “When in Sardinia”, progetto letterario e fotografico di Ilaria Sponda che riflette l’idea di libertà in immagini contrastanti come la fragilità dell’essere umano di fronte all’immensità del mare.   Libertà: Una parola di cemento Guscio dell’immensità del vivere. Le barche  Solcano acque di spuma e di carta,  Le vele bianche  Sono fragili contro il vento. Qui vi è un cuore senza fili  Fatto di nuvole e cielo, Di granelli di sabbia.   Ilaria Sponda

Black Mirror: Bandersnatch. Quando giocare a fare Dio è un “trip” che non appaga

[una disguida non convenzionale sull’esperimento interattivo Netflix: dal teorema dell’insoddisfazione al fatalismo 3.0] di Disguido Luciani   – Facciamo che io sono Dio e tu fai tutto quello che dico io? – Ma tutto tutto? – Sì, proprio tutto. Black Mirror: Bandersnatch, l’ultimo esperimento della serie TV britannica targata Netflix, segue lo schema del gioco più vecchio del mondo: uno fa Dio (di solito chi, già da piccolo, palesava accenni di delirio d’onnipotenza o mania del controllo), l’altro la “sua creatura”. Uno il padrone, l’altro il servo; uno il burattinaio, il “puparo”, l’altro il burattino. Il pupo. O, più romanticamente, uno il narratore, l’altro il personaggio. Semplice, no? Già allora, però, se ben ricordate, il gioco non finiva sempre poi così bene. Anzi, diciamo pure che non finiva mai bene.  Il pupo, ad un certo punto (di solito alla prima richiesta “eccessiva”), stanco, si lamentava smettendo di eseguire i comandi. Peggio, si ribellava. E magari iniziava a protestare pretendendo di fare lui Dio. Certe volte, poi, era Dio che si stancava. Ché fare Dio è una …

È QUASI NATALE

Tra pochi giorni avremo tutti, o quasi, qualcosa di nuovo da indossare, qualcosa da mostrare con fierezza ai nostri amici. Gioielli scintillanti cingeranno polsi felici, almeno per una sera, e su voluttuose scollature dondoleranno come trofei rinnovate promesse d’amore. I desideri di grandi e piccini stanno per avverarsi, o quasi. Qualcuno acquisterà il best seller dell’anno perché fa molto intellettuale-radical-chic regalare un libro di questi tempi. Daremo baci e riceveremo abbracci, telefoneremo ai parenti e agli amici lontani e, a fine giornata, il riverbero dei tanti auguri fatti e ricevuti ci donerà una inaspettata serenità. Luci, stelle, dolci e bollicine abbonderanno sulle nostre tavole. Cibo sempre in quantità spropositata perché mangiare è un po’ ingrassare la fortuna e noi, di buona sorte, ne abbiamo un gran bisogno. Brinderemo all’amore e all’amicizia, alla salute e alla gioia. Per tutti, o quasi, è un rito che si ripete noiosamente identico ed è come recitare lo stesso copione anno dopo anno. E poi… poi saremo tutti più buoni e dietro i nostri sorrisi tutto risplenderà, il nostro cuore vibrerà e …

A Christmas Carol

Ma voi ve lo ricordate A Christmas Carol? Il Canto di Natale? L’ho ripreso in mano oggi che è solstizio di inverno. No solo così, perché mi era venuto in mente. In realtà mi era venuto in mente Morloch. (E stavolta, lo so, solo i miei coetanei sopravvissuti a un’infanzia anni ’80 potranno capire il senso di questa parola) Dicevo il Solstizio. L’ora più buia. Il giorno più breve dell’anno. La morte del Sole e sua, conseguente, Rinascita.  Sono sempre stata legata a questo momento particolare. C’è nell’aria questa luce pazzesca, greve e splendente come una minaccia. Una luce da fine del mondo.  Ma il tempo, lo sappiamo, è una roba ciclica. L’eterno ritorno delle stagioni. E trovo curioso che l’inizio dell’inverno coincida con la rinascita del sole. Quel sole vincitore che si festeggiava prima dell’istituzione, tutta cristiana, del natale.   Noi di Casa di Ringhiera ci concediamo qualche giorno di riposo, prima di tornare a nuova luce. Una specie di piccolo letargo, lungo appena la durata di queste feste natalizie. Sverniamo tra un panettone un pandoro …

Oltre l’onda: immagini del mondo fluttuante

la grande onda di kanagawa

Le opere esposte al Museo Civico Archeologico di Bologna in occasione della grande mostra Oltre l’onda – Capolavori dal Boston Museum of Fine Arts [12 Ottobre, 2018 – 3 Marzo, 2019], sono tantissime, almeno duecentocinquanta, e camminare tra le stanze del quattrocentesco Palazzo Galvani, ex “Ospedale della Morte”, circondati da silografie policrome tanto antiche, che tuttavia nulla invidiano alla contemporaneità, è un atto quasi religioso, come se stessimo percorrendo la strada che conduce al Nirvana. È la sensazione, molto rara in questi nostri giorni contemporanei, di cessazione del tempo, di languida stasi, di equilibro sospeso. Sembra di ritrovare la pace interiore persa in luoghi lontani, il respiro si fa più calmo, i battiti più lenti, le onde cerebrali procedono ad una frequenza ribassata. I muscoli si distendono, la pressione diminuisce. Eppure, in questa sorta di sogno, siamo svegli. È una veglia ricca di curiosità, carica di stimoli, densa di colori. Le pennellate sono decise, le tinte vivide, la mano di chi ha realizzato tutto questo era ferma. Si aprono davanti ai nostri occhi dei paesaggi …

Disfattismo remoto

Vuoi vedere la  prigione che ho costruito con i bastoncini dei ghiaccioli? ( Jonathan Franzen, Le correzioni) La prigione Mi sono scordata il mio nome e sono diventata solo presente. Ho mattini automatici che prevedono gambe che trovano forza da sole, mani che smorzano fornelli, maniglie che si schiudono per inseguire la porta del bagno. I miei mattini hanno calzature e acqua ghiacciata, con il rimbombo dei pensieri soffusi dei fili d’erba bagnati di nebbia. Le azioni hanno vinto anche con me, che adoravo poltrire in quell’odore ancora serrato di sogni e streghe anestetizzate con sonniferi scaduti. Ho sotterrato gli stati stati d’animo, quelli angosciosi che si possono avere solo dopo la lettura di Visions of Gerard di Kerouac, quelli che trovavano conforto solo al buio del portico, con la schiena appoggiata alle cortecce. Ora preferisco ricordare tutti i palazzi accesi di luci gialle verso sera, le pesche sbrodolate sui gomiti e i miei modi sghembi. Posso sempre vaneggiare sui crateri della luna, sui cosmonauti con le stigmate. Però sono attratta dagli stessi giardini con abitazioni di …

Sale

  “Il sale ha sapore, ma brucia sulle ferite”   Nella natura nuda Dove occupo un luogo Più grande dei miei sogni. Dalla superficie salina  Parlo in aria, Un accenno, Mi intendo. La verità è che amavo E la verità è che amo  Giorno per giorno l’amore. Il sale ha sapore Ma brucia sulle ferite,   Tirano, scottano, risanguinano E i miei capelli Si tingono Lentamente  Di rosso.   Ilaria Sponda

Questo non è un addio, solo un arrivederci

Il solstizio d’estate è passato da appena due giorni. Con l’inizio della bella stagione è necessario rigenerare le cose intorno a se stessi. Si parla spesso delle pulizie di primavera, ma a quelle estive ci pensa mai qualcuno? Casa di Ringhiera è sempre stato un posto accogliente, di condivisione e coesione. Al momento però c’è bisogno di esplorare altre realtà, di cambiare la visione d’insieme, di realizzare altri progetti. Vi garantisco che non è un addio, solo un arrivederci. Il mondo al di fuori di Casa di Ringhiera è vario, perciò cercheremo di girovagare il più possibile per potervi raccontare cosa c’è là fuori. Chiudiamo la porta d’ingresso e vi lasciamo questo biglietto un po’ per scusarci di non aver risposto al citofono, al telefono, alle mail, ai vostri segnali di fumo. Tutto ciò è strettamente necessario, ma prima o poi torneremo carichi, sperando che sarete lì quando daremo il party di bentornato al nostro piccolo mag. Voi però non smettete di scriverci, l’indirizzo è sempre lo stesso. Torneremo a sorpresa, magari vi spaventeremo, oppure …

Odissea Sons of Anarchy

In Sons Of Anarchy ho scoperto un microcosmo che contiene tutto quello di cui siamo fatti. Dai rapporti umani sino alle caratteristiche individuali che ci abitano, facendo una lunga sosta in quello che potremmo definire come lo stereotipo del fuori legge americano, proveniente direttamente dagli scenari western composti da coloro che assalivano i convogli ferroviari nel pieno del deserto rovente. Quando ho visto le sei stagioni disponibili su Netflix — la settima ed ultima stagione è ancora fuori dalla lista, vi consiglio di trovare altre fonti streaming — sono stato subito colpito dal fatto che ai miei occhi si ripresentava l’immagine di qualcosa che avevo rimandato tempo prima per i giorni migliori. Naturalmente, dopo essere rimasto a bocca asciutta con l’ultima puntata di Narcos, qualcosa me la dovevo pur inventare. Quello che offre Netflix in Italia è imbarazzante rispetto a quello che è presente nel catalogo statunitense, ma la cosa non ha destato le mie intenzioni nella ricerca della Serie Tv che avrebbe portato in auge la mia vena di binge watcher. Tra una cosa e l’altra, davanti alla proposta …