City Lights e l’anticonformismo americano

Negli anni ’50, nel mondo del cinema americano, ha avuto origine un movimento che si dissociava completamente dagli schemi in voga in quel periodo all’interno della cultura e della produzione cinematografica. Presero il nome di teddy boys e furono capitanati dal giovane e promettente James Dean.

Stessa cosa avvenne anche nello scenario letterario: Peter Martin fondò a San Francisco la City Lights Review, una rivista dedicata in particolare alla cultura e al cinema. Il nome venne preso in prestito proprio dal film muto di Charlie Chaplin prodotto nel 1931.

Lawrence Ferlinghetti e Allen Ginsberg

A far parte di questa formazione editoriale sorta precisamente nel 1953, ci furono tutte le nuove voci del panorama letterario americano di quegli anni, coloro che diedero vita alla tanto amata Beat Generation. Per la maggiore aderirono autori quali Allen Ginsberg, Jack Kerouak, Gregory Corso e Lawrence Ferlinghetti. Quest’ultimo ricoprirà un ruolo di rilievo, dato che contribuirà in prima persona al progetto della rivista. Alcuni considerano proprio Ferlinghetti il vero fondatore della redazione situata al 261 Columbus Avenue, che diede voce a tutti gli artisti emergenti di quel periodo tanto prolifico quanto anticonformista.

La City Lights non fece altro che raccogliere intorno a sé i poeti che di lì a qualche anno avrebbero attuato una drastica rottura con il passato, fino a decretare la nascita di una nuova strada da intraprendere. Il passo che vide la fondazione di una casa editrice fu breve: alla direzione della City Lights Books andò Ferlinghetti. Una delle sue opere pubblicate fu proprio A Coney Island of the Mind (1958), una raccolta di poesie che ebbe grande successo e che fece conoscere il suo autore a tutto il paese.

Copertina della prima edizione City Lights Books (1956)

L’altra pubblicazione decisiva per la piccola casa editrice indipendente appena sorta fu Howl and Other Poems (1956) di Allen Ginsberg. La storia di questa raccolta la conosciamo tutti fin troppo bene. È considerata una delle pietre miliari della letteratura americana. Sappiamo quali temi vengono affrontati al suo interno e quanto sia stata osannata, nel bene e nel male, dalla maggior parte del mondo letterario. Ancora oggi è materia di discussione tra quei giovani con la voglia di cambiare il mondo e quegli anziani che non hanno mai smesso di credere nel cambiamento a cui auspicavano in passato. Oltre alla materia che affrontava, L’Urlo fu la causa che decise sull’arresto di Ferlinghetti. Quest’ultimo venne accusato di aver pubblicato un’opera oscena e volgare.

Tanti furono coloro che si schierarono dalla parte dell’editore. Non solo gli scrittori appartenenti alla corrente della Beat Generation, ma anche voci importanti del panorama culturale europeo. Ferlinghetti venne rilasciato in seguito all’impegno dei suoi sostenitori e al processo si fece appello al primo emendamento.

I tentativi di frenare l’avanzata di un movimento che prendeva le distanze da una certa tradizione furono numerosi. L’attivismo impersonato da uomini come Ginsberg, la corsa di Kerouak, l’impegno di Ferlinghetti, la strafottenza poetica di Gregory Corso, irrompono senza alcuna dolcezza nel mare dogmatico della realtà statunitense.

La Beat Generation creò un nuovo codice comunicativo — letterario e pittorico in primis — che si discostò completamente da quello che in precedenza dominava parte della scena americana. Se prima si guardava con interesse alle vicende europee, cercando in loro la giusta influenza, ora la palla rimbalzava e tornava nel nuovo continente, sfoggiando una notevole innovazione visionaria e allo stesso tempo sofisticata. Tutte le produzioni della City Lights finirono per esercitare un certo condizionamento in Europa, sopratutto nelle proteste studentesche del ’68. Sembra quasi assistere all’affermazione di una nuova identità americana, perciò decade quel bisogno di ricevere ispirazioni da un territorio divenuto estraneo alla vita di ogni singola persona al di qua dei confini geografici.

Oltre alla rivista e alla casa editrice, venne fondata anche la libreria City Lights Bookstore, tuttora aperta al pubblico. La libreria chiude l’intero progetto avviato da quelle folli menti che hanno influenzato un certo modo di fare letteratura. Al 261 Columbus Avenue at Brodway (North Beach) si tengono incontri e reading con gli scrittori della casa editrice e non — diversi sono gli editori indipendenti ospitati negli scaffali della prestigiosa libreria — dalle 10 del mattino sino a mezzanotte. Se dovesse presentarsi l’occasione di fare un viaggetto da quelle parti, a San Francisco, magari potreste farci un salto. Tanto l’indirizzo lo conoscete.

Ferlinghetti nel bel mezzo di un reading (2007)

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