di William Dollace
Persone. Attese. Panchine. Orizzonti di plexiglass e cielo.
Il lavoro di Niall McDiarmid è una puntata di luce e attesa, di corpi di schiena, di sguardi che guardano chiaramente un altrove tolto di ogni anfratto fisico legato a rapporti di causa-effetto.
Sono i personaggi di William H. Gass, di Carver, di Yates, i ragazzi delle consegne, i vecchi che resistono, le cassiere, le donne in attesa che pulsano di voglia e rassegnazione insieme, dal peso leggero di uno sguardo pesante, con cui passare l’estate in questi mercoledì delle ceneri.
Battersea, South London — July 2015
Sono tempi tagliati fuori dall’inquadratura per tenere i corpi come templi, premesse di addii o di partenze, crepuscoli, epoche materiali dettate da grandi animali, dalle voci soffocate.
È un ritmo che non ci appartiene, perché sembra non essere mai esistito, immobile e inchiodato come una flebo di luce attorno a un corpo, in attesa della morte, di un viaggio, di qualcuno che ti faccia sentire bene.
Diari di lavorazione per vite che non sapremo mai, lezioni di anatomia vestite di cartongesso e rossetto, morti fulminee e simultanee, giochi pallidi, eppure con lo scintillio di un disordine interiore luccicante.
Ne proveremo le mosse, li muoveremo come pedine, scassando queste sculture per una ricerca della felicità solo nostra, che ci illuda di conoscere la nostra velocità e che irrida la speranza, prima di ri-uscire di scena.
Eppure rimangono lì, pezzi di una Londra accesa a fuoco lento, preparativi di storie da scoprire, spaventapasseri rumorosi di attese private.
Venga il loro Regno.
Crossing Paths Series — Niall McDiarmid
Shoreditch High Street, London — 2008–10
Couple, Saltburn-By-The-Sea, Teeside — August 2015