di Luca Mata.
Sono a spasso con il cane nero quando il telefono mi suona.
Mi hai mandato un tuo video, in una stanza d’albergo. Specchi alle pareti, specchi al soffitto, due culi che si muovono, che si moltiplicano all’infinito negli specchi.
Un vespaio di culi che si scontrano.
Ripenso a quel giorno, sdraiati in quel prato in collina, lo stupido cane scavava buche che sembrava un becchino Newyorkese al tempo del COVID.
Ti toccavo tra le gambe e ti leccavo la lingua, poi un guaito e quello stupido cane ci salta addosso.
Il muso gonfio che pareva un meme, scavando ha sfasciato un nido di vespe, proprio ai nostri piedi.
Una grossa vespa si scrolla di dosso la terra agitando il suo culone latino e vogliosa di vendetta inizia la sua danza di morte, twerka, afferra il pungiglione per poi sbattertelo sulle pallide piante dei tuoi piedi.
Guaisci come il tuo stupido cane.
Io raccolgo la Vespa inerme, la osservo morente contorcersi nel palmo della mia mano, “ti ringrazio cara vespa”.
Chiudo il pugno mettendo fine al suo dolore.
So cosa ti serve, tiro su una canna, fuoco, un tiro profondo e te la passo.
Aspiri e soffi sul muso del cane.
Prendo il tuo bel piede “Ringo”, tolgo il pungiglione e lo bacio, hanno un buon profumo e sono così morbidi, ci struscio la mia testa di cazzo, li lecco, tiro fuori l’uccello e i tuoi piedi mi segano. Li usi meglio delle mani, tanto allenamento. Ci vengo sopra mentre me lo tieni stretto, sfiorisco, ballerina te li porti alla bocca, li lecchi, mi guardi “buono, è dolce perché hai smesso di bere e mangi sano”.
Mi ripassi la canna “sa un pò di cazzo adesso”, un tiro forte l’ammazzo e collasso vicino a te.
Le nuvole sembrano delle vespe grosse, vespe che viaggiano lente, grazie vespe, grazie anche a te stupido cane nero.
Sai cane, è meglio che continuo a guardare il cielo, ora a terra c’è solo la tua merda da raccogliere, cadaveri, sborra e quel video della regina delle vespe che danza sporca di terra.
Composition Book | Storia Nera.
Testo e artwork: Luca Mata
Progetto editoriale: King Koala