di Luca Mata Che nebbia fitta, sembra Silent Hill.o forse Silent Hill sembra Rogoredo.Tra i neon appannati si agitano le sagome dei soliti sbirri coi soliti tossici. Da quando ci sono loro le puttane sono sparite, i loro clienti clienti ormai vanno dai tofa, mezzo punto di nera per un pompino staccato. Uno spruzzo bianco per una spruzza in vena. Ho fame e tre ore di treno.Seguo una luce viola fino al mini market, prendo pane e una busta di speck. Il Ritter rosso con marzapane mi chiama.“Auguri”, mi fa la cassiera.Non andrà da nessuna parte per le feste, dice. Le passerà qui, in cassa, con tossici e sbirri.Credo voglia un abbraccio caldo, qualcuno che le dica andrà tutto bene, la scopi forte e poi la ammazzi.Amo quando gli sconosciuti mi donano le loro fragilità, – mi fa sentire speciale – le custodisco, pietre preziose di lacrime e dolore. Ma non ho dimestichezza con gli abbracci, nessuno mi abbraccia.Pago e vado verso il mio treno. Pieno come al solito, e come al solito un coglione … Leggi tutto Storia rossa
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