7500 gradi Kelvin
[di Lulù Withheld] La luce blu della neve. Un 7500/8000 K. Io sono all’interno. Un posto caldo. Di legno chiaro. E divani bianchi. Molto Maisons du Monde. Sono a un evento, una delle lectures di un noto scrittore. C’è lui che parla di Beethoven. Parla della Nona. Parla di Leopardi. Legge l’Infinito e sono certa di essermi bagnata sul Naufragar m’è dolce in questo mare pronunciato da lui. Con quella cantilena torinese. Mezza terrona, quella pronuncia. Le aperture delle vocali. Lunghe. Sinuose. Che tornano su quando chiudono la parola. Dice, poi lo ripete E il naufragar m’è dolce in questo mare. Cazzo. La lettura poi termina e io cerco di defilarmi per andare a fumare. Prendo un calice di vino rosso, che io non lo bevo neanche il rosso. Ma il bianco con le bollicine è ancora caldo, praticamente imbevibile. Così ripiego sul rosso. Mi fermo a rollare appoggiandomi al muro del corridoio dell’uscita di sicurezza. Poggio il calice per terra e mi accovaccio. Ché è più facile rullare da seduti che non in piedi. …