Tracce Dalle Rovine
Tre o quattro giorni fa ero in veranda, seduto in un piccolo quanto modesto divano a due posti, cercando di cogliere una leggera brezza che avrebbe di lì a poco tenuto a freno la temperatura del mio corpo. Erano le nove del mattino e l’aria pugliese era già irrespirabile. Sotto una coltre di afa assai umida che ostacolava l’erezione del Gargano, lessi ormai le ultime pagine di quello che restava di Dalle Rovine (Tunué, 2015) di Luciano Funetta. Quella stessa mattina ho anche inaugurato la mia prima Instagram Stories, ma di questo non c’è più traccia — forse qualcosa ne è rimasto negli archivi di Zuckerberg. Pur apparendo inappropriato, tirare in ballo la storia del contenuto che resta visibile solamente per un giorno si collega direttamente a quello che accade all’interno del romanzo, ovvero ad un continuo ritrovamento di tracce che conducono in altre dimensioni personali che fanno capo ai diversi personaggi che affollano la narrazione. La storia di Rivera è nota a tutti. Se ne è parlato in lungo e in largo, tanto da occupare la vetta di …