La dura legge del libro in spiaggia, una lunga storia fatta di bestseller che si inseguono tra le onde e i granelli di sabbia, sotto gli ombrelloni di attenti lettori che attendono — a piedi nudi sulla sabbia rovente — che il bagnino svogliato apra la sdraio a fasce gialle e verdi. Scelgono la migliore delle posizioni da assumere senza dimenticare di riproporre quella più consona al periodo e via, pagina dopo pagina, arrivare alla tanto agognata fine. Ma davvero esiste un ipotetico libro per l’estate? Davvero uno vale più dell’altro e merita di essere sfogliato in riva al mare? Romanticismo a parte, ho passato gli ultimi due giorni a cercare la risposta giusta a queste domande, indagando qua e là sul motivo per cui qualcuno considerato tra i grandi agitatori culturali di questo paese stabilisce qual è o meno il romanzo da portare con sé in spiaggia, insieme al telo e alla crema protettiva — o abbronzante, a seconda dei casi. A questo punto credo sia necessario andare oltre la trilogia di E.L. James e i suoi strabilianti risultati ottenuti …