La nebbia come rifugio
Le prime luci dell’alba portano con se tutto lo stupore di un nuovo inizio. Ogni giorno è un’incognita che si realizza, e che attraverso il nostro sguardo prende forma. La notte appena trascorsa è stata gelida, come se l’autunno avesse lasciato il posto ad un inverno sempre più prepotente. Ho guardato fuori dalla finestra quel poco che si illuminava con i primi raggi di sole. Un agglomerato di vapore indefinito sovrastava tutto il vicinato. Il quartiere in cui abito si riempie di gente solo in estate. Durante la stagione fredda ci conosciamo tutti. Gli alberi che costeggiano le strade principali non li ho mai persi di vista. Come se ognuno di loro avesse un nome ben preciso. Quando stacco dal lavoro, giunto all’ingresso del quartiere in cui abito, mi fermo a fissarli. In alcuni casi tocco la corteccia umida del tardo pomeriggio per poi annusarmi le dita. Un profumo inteso si sprigiona, esaltando i miei sensi. Quando cala la nebbia, il quartiere perde la sua forma. La fisionomia del posto che abito diventa indistinguibile, e …