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Everyman: la morte di un uomo qualunque

La morte è uno di quei temi che rappresenta tutta la delicatezza davanti alla cui manifestazione non sappiamo reagire. Negli anni l’uomo ha creato diverse opportunità per porre rimedio alla fine ultima per antonomasia — l’arte e la religione in primis. Tendenzialmente siamo portati ad allontanare più che mai questo evento che, in un modo o nell’altro, ci colpirà. Prende vita una battaglia tra conscio e inconscio, tra fermezza e fuga oltre le mura della vita, mettendo a nudo — in alcuni casi — un certo egoismo che non smette di contraddistinguerci. Quel che importa è come fuorviare le menti dalla fine. Niente e nessuno potrà mai venirne fuori senza aver prima messo a repentaglio le ossa che sorreggono la materia mortale. Temiamo la decomposizione dei corpi prima ancora che delle menti. L’intera letteratura è satura di questo sentimento di disagio. La morte si affaccia, anche lì dove non sembra, e fa il suo gioco attraverso le paure che gli scrittori scelgono di raccontare. In un modo o nell’altro diventa l’ingrediente principale di una scatola che racchiude una storia, facendola divenire a …

Phil, dove sei finito?

Una delle domande che amo pormi è: può uno scrittore rimanere rinchiuso in un personaggio da lui costruito? Certo, la veridicità della risposta è molto relativa. Siamo lettori che aspettano con foga il passo falso dello scrittore amato, lo stesso che nelle pagine dei suoi libri ci guida verso qualcosa di profondo, di inaspettato, e ci consegna prontamente una narrazione viva e allo stesso tempo impossibile da prevenire. Il personaggio entra in scena. Il sipario percorre gli ultimi centimetri che lo separano dalla fine del binario. La platea, dopo un’attesa a dir poco trepidante, è finalmente presa da quel che accede sul palco. Tutti hanno gli occhi fissi sul protagonista. Lo osservano, lo spogliano, lo studiano nei minimi particolari, cercando di cogliere l’attimo in cui egli si priva di tutte le congetture che gli competono. La maestria del povero e indifeso uomo è al suo apice. Il crollo tanto atteso viene rimandato al prossimo spettacolo — ammesso che ci sarà. Prima e dopo la sua prestazione, il protagonista è solo. Nuota nella solitudine più profonda alla ricerca …