RATARATÀ!
!Orsù dunque, è ora di cambiare! Cambiare parole ed espressioni che, da diciannovegiornitonditondi, ci mettono angoscia, ci rubano il sonno, fanno tremare polsi e gambe, rivoltano l’intestino e da svegli procurano fastidiosissime e interminabili tachicardie. Parole scivolate nelle nostre orecchie come stille velenose. Parole angoscianti che ascoltiamo dai telegiornali, le ripetono gli esperti, le pronunciano i cantanti e gli attori, e poi ballerini, scrittori, avvocati, parrucchieri, medici, operai… insomma, tutti a dire le stesse cose come se il nostro vocabolario fosse di colpo regredito. Non suggerisco di abolirle del tutto, la lingua italiana è una grande signora e va rispettata, ma di cambiarle momentaneamente per chi, da diciannovegiornitonditondi, vive nella terra di mezzo.Il prima è già storia, il dopo è tutto da reinventare. Quello che vengo qui a suggerire è la creazione di un dizionario provvisorio.Sostituire, per esempio, la parola quarantena con una che abbia un bel sorriso tra le vocali e le consonati, che ispiri fiducia e dia pure un poco di allegria. Luce e leggerezza. Che ne so… dire rataratà per indicare quarantena. …