La Rivoluzione ai tempi della Brexit: Kate Tempest, la poetessa che ‘rappa’
[una disguida non convenzionale sulla spoken-word poetry incazzata nell’Europa che dorme] di Disguido Luciani Picture a vacuum / Immaginate un vuoto An endless and unmoving blackness / Un buio immobile e senza fine […] it’s been a long day, I know, but look – / […] la giornata è stata lunga, lo so, ma guardate – In now / Entrate, adesso In / Entrate Fast / Presto A guardarla non lo direste che Kate Tempest è una dura, una ribelle. Anzi, la voce più dura e ribelle dei giovani d’Europa. A guardarla non direste neppure che Kate Tempest è una poetessa. Anzi, la poetessa più acclamata dell’ultima generazione di poeti inglesi. E no. Tantomeno direste che è una rapper. Anzi, la rapper più sorprendente della spoken-word poetry. Eppure, Kate Tempest, capelli biondi da tipica ragazza inglese, carnagione pallida da tipica ragazza inglese, occhi chiarissimi, ancora una volta da tipica ragazza inglese, all’apparenza un’Adele come ce ne sono tante a Londra, certo, meno raffinata e attenta al make-up, a trentatré anni è stata definita …