Avete mai pensato all’alfabeto come all’insieme delle note musicali? Ecco, sono sempre le stesse, eppure cambiandone l’ordine, acquisiscono una propria armonia trasmettendo un numero di concetti potenzialmente infiniti e sempre diversi tra loro.
Una delle meraviglie su cui sono inciampata da poco è il pangramma.
Come sarebbe a dire cos’è un pangramma?
Il pangramma (dal greco “tutte le lettere”) è quella frase di senso compiuto che racchiude tutte le lettere dell’alfabeto, a volte ripetendo lettere già presenti.
Se volessimo invece parlare di un pangramma senza ripetizioni di lettere avremmo un pangramma eteroletterale, tipo quello creato da Umberto Eco negli anni Ottanta: “Tv? Quiz, Br, Flm, Dc… Oh, spenga!”.
Il più noto è “the quick brown fox jumped on a lazy dog”, che racchiude le 26 lettere dell’alfabeto anglofono.
Spesso usato per testare graficamente nuovi font, le tastiere, delle nuove tecniche di stampa o anche nelle comunicazioni radio per verificare la corretta sintonizzazione tra mittente e destinatario.
Mario Sica (noto dirigente degli Scout di Baden — Powell), ne tradusse il significato in italiano per testare la conoscenza dell’ alfabeto Morse tra i boyscout.
Il più delle volte, anche se di senso compiuto, queste frasi descrivono situazioni o sentimenti un po’ paradossali, come nel caso del pangramma più famoso della Spagna:
O a quello Francese:
Nella lingua Araba ci si trova di fronte ad una frase di grande effetto , quasi proverbiale:
Alcune lingue invece hanno donato al proprio pangramma un sapore decisamente fiabesco.
Come nel caso del Portoghese:
Tedesco:
Turco:
Sloveno:
Forse quello che, in questa ricerca, ha attirato meno la mia attenzione è stato proprio quello Italiano, che di melodie e musicalità avrebbe potuto far da padrone:
Sarà forse per il suo significato non propriamente positivo?
Alla prossima, Alina.